“In una regione boscosa dell’India viveva un cacciatore. Un giorno, andando a caccia, vide un grosso cinghiale e lo uccise con le sue frecce.
Ma prima di morire il cinghiale lo aveva attaccato e morso con rabbia, squarciandogli la pancia. Così entrambi morirono delle rispettive ferite.
Subito dopo arrivò uno sciacallo che vagava nei dintorni in cerca di cibo e fu davvero felice di trovare quei due corpi morti. Pensò che Dio gli avesse fatto davvero una grazia.
Ma proprio lì sorse il suo problema. L’arco del cacciatore era lì abbandonato.
Lo sciacallo voleva raccattare tutto quello che aveva trovato. Anche la corda dell’arco gli sembrava un buon bottino e cercò anzi di addentarla per prima. L’arco era ancora teso e aveva ancora una freccia incoccata, pronta a partire. E non appena lo sciacallo addentò la corda l’arco scattò e la freccia lo colpì alla testa.
Così morì lo sciacallo ingordo”.