Il pesce Sam adorava nuotare nelle dolci e chiare acque del fiume blu cobalto. Ogni volta provava un senso di gratitudine e si lasciava gioiosamente andare giocando coi flutti. Un giorno, trovandosi più vicino alla riva, sentì una voce gridare:
«Hey pesce! Com’è l’acqua?»
Allora alzò la testa fuori dalla profondità e vide una scimmia a cavalcioni sul ramo d’un albero. Le rispose:
«L’acqua è davvero gradevole e calda, grazie»
La scimmia provò invidia per il benessere del pesce e volle demoralizzarlo. Così gli gridò:
«Perché non esci fuori dall’acqua e vieni ad arrampicarti qui sull’albero? La vista è meravigliosa!»
Il pesce, rammaricato, rispose:
«Non so arrampicarmi su un albero e non potrei sopravvivere senz’acqua»
Era proprio la risposta che la scimmia si aspettava per portare a termine il suo piano, dunque in un beffardo ghigno sentenziò:
«Sei totalmente inutile se non sei capace di arrampicarti su un albero!»
Questa frase entrò a fondo nella mente del pesce Sam che, notte e giorno, non poteva fare a meno di rimuginarci, tanto da cominciare a deprimersi: “è vero, la scimmia ha ragione” rifletteva tra sé, dunque tristemente constatava: “io non potrò mai arrampicarmi su un albero, quindi sono davvero inutile”.
Un cavalluccio marino s’accorse che il piccolo pesce Sam da un po’ di tempo non era più lo stesso e allora gli chiese quale era il motivo di quell’inquietudine che gli leggeva negli occhi. Appresa tutta la storia, il cavalluccio marino esplose in una fragorosa risata, poi disse:
«Se la scimmia pensa che non vali niente solo perché non sai arrampicarti su un albero, allora anche la scimmia vale ben poco, perché non è in grado di nuotare e vivere sott’acqua!»
Sentito questo, il pesciolino Sam d’improvviso si rese conto del dono che aveva: poteva vivere e nuotare sott’acqua, sguazzare liberamente nel fiume mentre la scimmia non avrebbe mai potuto farlo.
Allora in cuor suo capì il tranello nel quale era caduto e tornò a sentirsi grato per tutto quello che aveva e per le sue possibilità. Divenne più saggio, capendo che non si può credere di essere meno dotati degli altri solo perché il criterio di giudizio non tiene conto delle differenze di ognuno.
“Ognuno di noi è un genio.
Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”
(frase universalmente attribuita ad Einstein, tuttavia non compare in nessuno scritto del grande scienziato)